Si definisce “intolleranza all’incertezza” ed è un pregiudizio cognitivo che influisce sul modo in cui una persona sperimenta, interpreta e reagisce a situazioni incerte o con conseguenze incerte. Comprendere come viene gestita l’incertezza è di fondamentale importanza per fronteggiare le situazioni critiche e di emergenza come quella che stiamo attualmente vivendo. La pandemia, la guerra, la crisi energetica, le difficoltà economiche, l’inflazione sono tutti elementi che fanno precipitare il paese nell’incertezza e che tendono a lasciare un vuoto enorme che disorienta e porta a vivere il futuro come minaccioso, difficile e, soprattutto con problematiche irrisolvibili.
Contra spem direbbero i latini.
In questa tempesta perfetta giunge, forte, la chiamata alle aziende per quella vocazione, scritta nel profondo delle mission di ognuna, che rimanda nobilmente al ruolo sociale che, sole, possono avere per promuovere il benessere delle persone e delle famiglie e per ridurre quel senso di incertezza. paralizzante e scoraggiante, che non parla più di futuro. Quando le politiche, le associazioni sociali e i servizi di sostegno si imbattono contro la montagna del malessere psico-fisico di una società spaventata ecco che arriva il tempo delle Olivetti del presente. Aziende ispirate ad un approccio umanista e guidate da competenze tecniche e da modelli di governance innovativi che possono senza dubbio impostare il nuovo welfare aziendale e diventare una risorsa sistemica contro lo scenario multicrisi che la società sta vivendo. Perché il tempo di recupero tra le emergenze potrebbe non essere stato adeguato e le risposte di stress così prolungate nel tempo potrebbero avere effetti negativi sulla salute oltre che aggravare oltremodo le fragilità e il disagio psicologico di molte persone.
È proprio in questo contesto che le aziende devono riconoscere la chiamata e rispondere responsabilmente dimostrando la loro vicinanza qui ed ora (antidoto contro l’insicurezza), e con attività di promozione della salute e del benessere dei dipendenti e delle loro famiglie. Nelle aziende sono vigenti obblighi di legge in ambito salute e sicurezza (D.lgs 81/08 e D.lgs. 231/01) che prevedono l’obbligo di valutazione di tutti i rischi, compresi quelli psico-sociali tra cui il rischio stress lavoro-correlato, oltre che la conseguente progettazione di piani di mitigazione. Sono diffuse anche le certificazioni aziendali dei sistemi di gestione della salute e sicurezza ai sensi della Norma ISO 45001, lo standard internazionale che specifica i requisiti per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, che ha lo scopo di migliorare la sicurezza e preservare la salute delle persone. La domanda importante da porsi è se l’attuale sistema normativo sia adeguato a governare eventi avversi inattesi come quelli attuali.
Io credo ci sia una nuova pagina da scrivere.
Anche per questo, da esperta di crisi e da cittadina impegnata per il benessere delle persone vorrei esprimere un augurio al prossimo governo che si appresta a partire per mare nel pieno di una tempesta perfetta e che dovrà individuare porti sicuri, luoghi, persone e strategie che consentano di ridurre ai minimi termini il costrutto dell’intolleranza all’incertezza.
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